2.1.4 Trasporto e posa in opera del calcestruzzo.

Durante il trasporto del calcestruzzo deve assolutamente evitarsi il fenomeno della segregazione che consiste nella separazione degli inerti di maggiore densità dalle parti più fini della pasta del conglomerato. Tale manifestazione può avvenire sia durante il trasporto che durante la fase di vibrazione e costipamento della massa di calcestruzzo all’interno delle casseforme.
Data la necessità di porre in opera l’impasto entro un certo temine dopo la manipolazione, conviene ridurre il più possibile i percorsi che esso deve compiere.
Nei cantieri di medie e grandi dimensioni gli impasti vengono trasportati dalle betoniere alle casseforme a mezzo di autobetoniere le quali, attraverso l’impiego di pompe a pistoni, trasportano il calcestruzzo pompato fino all’altezza ed alla distanza, dal punto di staziona-mento del veicolo, richiesto dall’impresa appaltatrice.
Le operazioni di getto devono compiersi prima che si inizi la presa: questa comincia mediamente entro 2 ore dopo la preparazione per temperature tra i 15° e 20° C, entro 1 ora a 30 °C, in 30 minuti circa a 50°. Inoltre al crescere della temperatura i getti si asciugano rapidamente, sicché oltre i 30° è necessario proteggere le superfici con mezzi adeguati, alme-no nei primi due o tre giorni dopo il getto.
Non si deve mettere in opera il conglomerato a temperature minori di 0 °C, salvo il ricorso ad opportune cautele, che consistono nel riscaldamento artificiale degli inerti, dell’acqua di impasto e, a volte, delle casseforme e nell’impiego di additivi antigelo.
La posa in opera del conglomerato deve assolutamente essere preceduta da un’accurata pu-lizia delle casseforme per liberarle dai detriti derivanti da laterizi di alleggerimento, legature di ferro, sabbie e quant’altro possa non garantire la perfetta aderenza della pasta gettata alle armature. Pertanto, prima della fase di getto vera e propria le casseforme devono abbondantemente essere bagnate con acqua a risulta, ciò per evitare che le stesse, soprattutto se come di solito avviene sono in legno, ne sottraggano all’impasto.
Qualunque procedimento di posa in opera deve essere applicato in modo che il conglomerato possa infagottare le armature metalliche; tale situazione è garantita evitando concentrazioni eccessive di ferro e soprattutto l’appoggio diretto delle gabbie metalliche a contatto con le casseforme. Infatti, di solito, è consuetudine allontanare tali gabbie con l’apposizione di spessori o appositi distanziatori che tra l’altro garantiscono il copriferro minimo stabilito dal progettista e dalle normative in vigore.
Nell’effettuare il riempimento dei casseri con versamento da una certa altezza, l’impasto deve essere guidato da un tubo di sezione adeguata, affinché non restino insozzati i ferri di armatura e soprattutto non avvengano segregazioni, tanto più facili a verificarsi per elevati rapporti acqua / cemento e per alte percentuali di materiale grosso. L’impasto deve quindi riversarsi a poca distanza verticale dal livello del getto ed alla massima possibile distanza dalle pareti delle casseforme.
Nei casi in cui non è possibile terminare il getto in maniera ininterrotta, si deve ricorrere all’interruzione del getto stesso ed alla sua ripresa successiva attraverso dei prodotti specifici di ripresa di getto che, oramai, tutte le ditte del settore producono. Tali prodotti sono necessari in modo da evitare futuri problemi di fessurazione del cls, soprattutto in seguito a fenomeni di coazione e/o di ritiro della pasta durante la presa e l’indurimento. In questo modo la ripresa del getto assicura una soddisfacente aderenza del nuovo calcestruzzo al vecchio.